A chi non è mai capitato di andare al centro commerciale, parcheggiare la macchina e venire rincorso dal negretto di turno che vuole venderti i calzini o riportare il carrello per tenersi l'euro? Praticamente sono diventati parte integrante del parcheggio, come il barista nel bar o la commessa nel negozio.
Quante raccolte fondi o di alimenti abbiamo sentito parlare alla tv o organizzate dalla parrocchia o dall'associazione umanitaria di turno? Ho sempre pensato che questo tipo di aiuti fosse inutile, che non risolvessero il problema. Terminate le scorte di alimenti, cosa succede? terminati quei quattro soldi cosa succede? si ricomincia da capo.
In un libro che sto leggendo (ebbene si, sto leggendo un libro), che è più un documentario, ho trovato questo concetto:
"Chiunque viaggi in automobile per le strade di Dhaka è assalito di continuo dai mendicanti. Di fronte a tanta miseria viene spontaneo fare l'elemosina. Quando si avvicina un lebbroso, con le membra ridotte a moncherini, la prima reazione è quella di mettere mano al portafogli e dispensare un'offerta, che per noi è trascurabile, ma per chi la riceve può costituire un patrimonio. E' cosa utile, questa? Nella maggior parte dei casi, a mio avviso, non solo non è utile ma è veramente dannosa.
Dà solo, al donatore, l'impressione di aver fatto qualcosa. E' un gesto che serve a tacitare la coscienza, ma non risolve realmente il problema, anzi ci esime dall'affrontarlo nella sostanza. Facendo l'elemosina ci togliamo il pensiero, ma per quanto? L'elargizione di denaro non costituisce una soluzione, né a breve né a lungo termine. Il mendicante passerà a un'altra auto, e poi a un'altra ancora, affidandosi per sopravvivere a un meccanismo senza via d'uscita. [...] Allungare una moneta significa implicitamente invitare il mendicante a sparire, è un modo per sbarazzarsi comodamente del problema. Non sostengo che si debba ignorare il dovere morale di aiutare, o l'istinto a soccorrere i bisognosi; dico solo che l'aiuto deve assumere una forma diversa.
Dal punto di vista del destinatario, la carità può avere effetti devastanti. Chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi; il malato non vorrà farsi curare temendo di perdere la propria fonte di guadagno. [...] In ogni caso, mendicare priva l'uomo della sua dignità. Togliendogli l'incentivo a provvedere alla proprie necessità con il lavoro, lo rende passivo e incline a una mentalità parassitaria: perché faticare, quando basta tendere la mano per guadagnarsi la vita? [...]"
(Muhammad Yunus - Il banchiere dei poveri - Feltrinelli ed.2006)
L'ultima volta che sono andato al Castorama, una donna infastidita dall'ennesimo negretto ha sbraitato: "E CHE CAVOLO, IO LAVORO PER PRENDERLI!!!"
Enrico
sabato 25 luglio 2009
La moto è pericolosa per colpa degli altri
Ultimamente apro il giornale e trovo ogni giorno l'articolo di un povero motociclista che muore sulla strada. Sono anche io un motociclista (ho uno scooter per necessità ma mi sento moticiclista dentro) e ogni volta che leggo qualcuno che muore sulle due ruote provo un senso di sconforto, per lui, per le famiglie, per una morte inutile. E quello che mi fa rabbia è che 90 su 100 muoiono per colpa degli automobilisti che non danno la precedenza o si immettono sulla strada senza guardare o senza accorgersi del sopraggiungere sulla moto. Provate a notare: gli incidenti presentano spesso un motociclista che si schianta su una portella o sul lato del portellone posteriore o sul cofano perché la macchina fa un sorpasso azzardato sperando forse che la moto che sopraggiunge si sposti. Per carità, non voglio santificare i motociclisti. Dalla loro parte c'è sempre la velocità che a volte prende il comando della moto.
Dalla mia esperienza, dico che è "facile" cadere in moto per una curva troppo goliardica o per condizioni avverse (asfalto, pioggia, attraversamento animali...). Eliminati questi casi, è difficile fare un incidente in quanto le dimensioni e l'agilità della moto permettono di venir fuori da tutte le situazioni. La gestione dello spazio della strada e dei sorpassi è diverso perché per una moto lo spazio di movimento è maggiore e di conseguenza è più gestibile anche la velocità (la moto può affrontare una curva più velocemente di una macchina senza alcun problema).
Certo, vedo anche io quelli che impennano in mezzo alla gente: a volte i caxxoni sono anche sulle moto.
Non so. Una morte così mi lascia l'amaro in bocca.
Qualche link: 1; 2;
Enrico
Dalla mia esperienza, dico che è "facile" cadere in moto per una curva troppo goliardica o per condizioni avverse (asfalto, pioggia, attraversamento animali...). Eliminati questi casi, è difficile fare un incidente in quanto le dimensioni e l'agilità della moto permettono di venir fuori da tutte le situazioni. La gestione dello spazio della strada e dei sorpassi è diverso perché per una moto lo spazio di movimento è maggiore e di conseguenza è più gestibile anche la velocità (la moto può affrontare una curva più velocemente di una macchina senza alcun problema).
Certo, vedo anche io quelli che impennano in mezzo alla gente: a volte i caxxoni sono anche sulle moto.
Non so. Una morte così mi lascia l'amaro in bocca.
Qualche link: 1; 2;
Enrico
mercoledì 15 luglio 2009
Una risposta troppo facile
Girando per la rete ho trovato questo blog e in particolare questo articolo. E' interessante l'opinione di questo blogger in generale, ma quello che ha estrapolato stavolta dalla rete rasenta l'assurdo. Ecco il link
Enrico
Enrico
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