Proprio questa mattina ho deciso di andare a tagliare i capelli (e fin qui capisco ne non ve ne può fregar de meno n.d.r.)e, per puro caso, prendo in mano il gazzettino ed a pagina 4 trovo l'articolo che ho deciso di riportare qui di seguito. Non spaventatevi, sembra lungo ma non lo è affatto e ci aiuta a capire di cosa si preoccupa chi ci governa in tempi di recessione mondiale come questi!
Io non aggiungo altro, traete voi le vostre conclusioni.
ARTICOLO
Giù le mani dagli spiccioli: hai voglia ad avere emolumenti invidiabilissimi, hai voglia a tuonare contro gli sprechi (altrui, in genere), hai voglia a credere che 10 euro, per un parlamentare di questa Repubblica, dovrebbero essere poco più di niente, una quisquilia. Invece no: prova a tentare di sfilarglieli, quei pochi spiccioli, e gli onorevoli deputati ti azzannano, organizzano sommosse, chiamano in causa la Costituzione e scatenano un pandemonio nelle ovattate aule parlamentari che tanto, per fortuna, ormai ne hanno viste di tutti i colori e perciò sono rotte a tutto.
A scatenare il putiferio, una proposta di Cicchitto e Bocchino, capogruppo e vicecapogruppo alla Camera, per prevenire le assenze esagerate (e non sempre casuali, e neppure ininfluenti) dei deputati del Pdl: 10 euro di multa per ogni votazione mancata. Cicchitto e Bocchino hanno deciso di correre ai ripari dopo che il governo è andato sotto, nelle votazioni, ben due volte in una settimana a dispetto della schiacciante maggioranza - oltre 100 deputati - della quale gode a Montecitorio. Niente di drammatico, ci mancherebbe. Cose che capitano. Ma anche cose che a volte si fanno accadere in base a precisi calcoli, per boicottare provvedimenti sgraditi ad una parte. Un rischio che, per dire, si potrebbe correre qualora si decidesse di modificare, secondo un progetto che alcuni settori della maggioranza non gradiscono, la legge elettorale europea.
Ma proporre la multa e unire finalmente maggioranza e opposizione in un'unica, appassionata, rumorosa battaglia è stato tutt'uno. Uno solo il grido che si è levato nell'emiciclo: «Col cavolo». Più o meno. Di certo, volano parole grosse. Si racconta che Cicchitto abbia minacciato il collega di partito Cristaldi - che era sbottato: «Io sono un deputato della Repubblica e come tale rispondo solo alla Costituzione e al regolamento della Camera. Chiederò l'intervento del presidente della Camera» - di metterlo «nel tritacarne».
Ma questa volta, i parlamentari del centrodestra trovano dalla loro parte anche quei tagliateste dell'Idv: e così, Evangelisti bolla la proposta di multare i deputati assenteisti come «una pagina vergognosa della storia parlamentare» e una violazione dell'articolo 67 della Costituzione, che «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Cicchitto e Bocchino vanamente spiegano di avere proposto la multa in considerazione delle «reiterate assenze di alcuni colleghi che, oltre ad aver determinato votazioni negative per il governo e per la maggioranza, sono divenute intollerabili ed inaccettabili». Per questo spiegano di avere deciso «di dotare il gruppo di un codice di autoregolamentazione in cui prevediamo di detrarre dal contributo rapporto eletto-elettore che transita attraverso l'amministrazione del gruppo, 10 euro per l'assenza da ciascun voto. L'intero ammontare detratto sarà devoluto per adozioni a distanza».
Siano piuttosto loro a tenersi a distanza dei portafogli dei parlamentari, protestano gli interessati, indisponibili a finire anche loro nell'archivio di Renato Brunetta sotto la voce «fannulloni». Solo l'intervento del presidente della Camera ferma le polemiche: «Valuterò in Ufficio di presidenza come garantire a tutti i 630 membri di questa Camera il rispetto della Costituzione, del rapporto con gli elettori e di quello di leale collaborazione con i gruppi parlamentari», taglia corto Gianfranco Fini.
Claudia Giannini
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