lunedì 22 gennaio 2007

Una domenica di ordinaria follia

Inserisco un articolo uscito su "il gazzettino" di oggi lunedì 22 ed invito tutti a riflettere sulla demenza che ci circonda:
Tutti contro Matteo Perissinotto e una partita di calcio rischia di finire tra le pagine della cronaca nera. Diciotto, vent'anni, faccino pulito, giacca e cravatta, di mestiere, la domenica, fa l'arbitro di calcio. Ieri, a Puos d'Alpago, era giunto dalla sezione Aia di San Donà di Piave per dirigere la sfida di Prima categoria tra l'Alpago e La Marenese.Diciotto punti la prima, terz'ultima in classifica a pari punteggio con una compagine bellunese, ventiquattro i trevigiani, che condividono il quinto posto con altre due squadre. Non era la gara che decideva la vittoria del campionato né tantomeno se una delle due dovesse retrocedere di categoria ma a fine partita il clima che si è scatenato è andato oltre i limiti del civile. I tifosi e la squadra locale si sono sentiti penalizzati in quanto il direttore di gara avrebbe lasciato correre tre falli di mano, espulso frettolosamente un loro giocatore e assegnato un calcio di rigore a seguito di un fallo di mano tale e quale ai tre non fischiati alla Marenese, squadra ospite. Il calcio di rigore ha consentito alla squadra trevigiana di pareggiare e, subito dopo, su un calcio di punizione, è arrivato anche il secondo gol, quello della vittoria. Tutto si è consumato a pochi minuti dal termine della gara; la tensione è esplosa quando l'arbitro ha fischiato la fine della partita e le squadre sono rientrate negli spogliatoi. Il pubblico si è riversato in massa verso l'ingresso agli spogliatoi ed ha ricoperto d'insulti il giovane direttore di gara. Ma non è finita qui. In molti tifosi hanno superato i cancelli che delimitano il parcheggio riservato a calciatori e dirigenti ed hanno raggiunto la porta d'ingresso degli spogliatoi battendo violentemente sul vetro e inveendo contro l'arbitro. Sono piovute anche tante minacce, e non solo da focosi tifosi, ma da protagonisti stessi della sfida domenicale. Uscito dal proprio spogliatoio, l'arbitro ha lamentato uno striscio sulla propria macchina e, salito a bordo dell'auto, è riuscito a malapena a superare la barriera di corpi che non volevano lasciarlo uscire dal parcheggio. Qualcuno ha anche tentato di chiudere i cancelli trovando l'opposizione di altri tifosi e dirigenti che, al contrario, sono riusciti a mantenere i lumi della ragione. Qualche altro ha anche tentato di correre dietro alla vettura ormai lanciata verso la strada che lo avrebbe allontanato dall'incubo. Una domenica che Perissinotto ricorderà probabilmente per tutta la vita.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Come si può definire tifoso colui che, senza autorità, ricopre di insulti un giovane arbitro alle prime esperienze? Un tifoso dovrebbe sostenere la propria squadra; ci si può di certo arrabbiare ma non al punto da recare danni e cercare la vendetta. "Chi è senza peccato scagli la prima pietra" dice qualcuno. Non si stavano di certo disputando i mondiali di calcio, non c'erano sotto giri di denaro da far girare la testa! Perchè sporcarsi le mani per una partita? Quello che ormai rende libera la gente di comportarsi come vuole è la mancanza di giustizia, tanto anche se uccido qualcuno dopo massimo tre anni sono fuori grazie all'indulto... sono disposto a rinunciare a tre anni della mia vita per avere vendetta?? Da ciò che si legge nell'articolo pubblicato penso che certe persone siano disposte a quasi tutto, soprattutto se in branco.

OPEN SPACE ha detto...

Robe da pazzi. Non sono un tifoso di calcio. Non so perché, ma non mi ha mai entusiasmato.
Forse per i giri loschi che ci sono sotto, forse perché gli interessi di chi sta sul campo e sugli spalti vanno oltre la parola "gioco".
"GIOCO". Può essere normale non essere d'accordo con l'arbitro. il suo compito infatti è quello di giudicare una gara in base alle a ciò che ritiene più giusto, secondo ciò che vede. Essendo umano, può capitare di sbagliare. Essendo arbitro, dovrebbe per principio essere in buona fede (al di là dei fatti recentemente accaduti). come dice l'articolo, la partita non era decisiva, non vedo quindi il motivo di tanto clamore. Probabilmente a quell'arbitro "novello" era stata assegnata quella partita proprio perché non era decisiva. IN QUALSIASI CASO non è giustificato un comportamento simile da parte di tifosi e giocatori. ricordiamoci che è sempre una partita di pallone e che si gioca per divertirsi.
Tuttavia, dopo un episodio così, io a mia volta avrei linciato i 'linciatori' dell'arbitro. ;-)
Enrico

OPEN SPACE ha detto...

Il pallone (perchè è bello chiamarlo così, come lo chiamavamo da bambini quando giocavamo all'oratorio e non "calcio", che sa ormai di parola inflazionata e che ricorda principalmente il "sistema calcio", tipo imprese come le s.p.a.), sta cadendo veramente in disgrazia, non solo per gli incidenti che succedono nei grandi stadi ai quali purtroppo siamo oramai abituati, ma soprattutto per questi avvenimenti che accadono sui campetti di periferia, dove il PALLONE dovrebbe essere lontano anni luce da quelle realtà fatte di troppi soldi, troppe pressioni, troppe esagerazioni...
Purtroppo però, il problema delle grandi realtà nasce proprio da qui, dal non saper insegnare certi valori fin dalle piccole realtà come questa.
Mario

Anonimo ha detto...

complimenti per i testi oserei dir, dei veri e propri diari di guerra, certo quante se ne combinano!!!
kmq, coninua cosi, e un ottimo blog..